Laboratorio Teatro Mosè 2016
La prima parte del film è ambientata nella Chicago del proibizionismo. Il sassofonista Joe e il contrabbassista Jerry, due musicisti squattrinati, vivono suonando in varie orchestre, con scritture improvvisate. Rimasti senza lavoro dopo un’irruzione della polizia in uno speakeasy, apparentemente adibito a pompe funebri, vanno in un garage a prendere un’auto per andare a suonare a una festa e sono involontari testimoni della strage di San Valentino del 1929. Miracolosamente riescono a fuggire a piedi e a farsi perdere di vista ma, sapendosi inseguiti dai killer della gang di Ghette Colombo, il sicario di Al Capone che ha condotto la strage, cercano un modo per sparire dalla circolazione e vengono a sapere di un’orchestra che cerca un sassofono e un contrabbasso per una tournée di due settimane in Florida. Sembra l’ideale, ma l’orchestra è rigorosamente composta di sole donne; Joe e Jerry prendono così la decisione di assumere le sembianze di due suonatrici, Josephine e Daphne, e partire con il complesso femminile. Durante il viaggio in treno conoscono le loro colleghe, tra cui Zucchero, suonatrice di ukulele col vizio dell’alcol e in fuga da relazioni amorose infelici. Sia Joe che Jerry vorrebbero corteggiare Zucchero, ma non possono farsi smascherare. Giunti nell’albergo di Miami dove l’orchestra dovrà esibirsi, Joe decide di impersonare Junior, l’annoiato miliardario figlio di un magnate del petrolio, per far breccia nel cuore di Zucchero. Per camuffarsi, sfrutta i mezzi di un ospite dell’albergo, il miliardario Osgood Fielding II, che a sua volta si innamora a prima vista di Daphne, alias Jerry. Nello stesso albergo si tiene un congresso de “Gli Amici dell’opera italiana”, che è in realtà la copertura per una riunione di clan mafiosi, tra cui il gruppo di Ghette che sta dando la caccia a Jerry e Joe essendo testimoni della strage. La fuga dei due musicisti è rocambolesca. Mentre scappano sulla barca di Osgood, Zucchero cade fra le braccia di Joe, nonostante lui le riveli di essere un bugiardo squattrinato, mentre Jerry rivela finalmente a Osgood di essere un uomo, sentendosi rispondere “beh… nessuno è perfetto”, battuta che chiude il film.
Frasi
• Ah no, io al buio con uno con tutte quelle mani non ci rimango! (Daphne)
• Se c’è una cosa che schifo sono gli uomini: quelle bestie pelose, piene di mani… (Daphne)
• Non piangere mai sul whisky versato… (Daphne)
• Tredici in una cuccetta porta male, bisogna che undici se ne vadano… tu no, Zucchero, eh? (Daphne)
• È la storia della mia vita: se c’è una ciliegia col verme tocca sempre a me. (Zucchero)
• Non piangere Zucchero, non c’è uomo che lo meriti. (Joe)
Dialoghi
• Daphne: Osgood, voglio essere leale con te: non possiamo sposarci affatto.
Osgood: Perché no?
Daphne: Be’… in primo luogo non sono una bionda naturale…
Osgood: Non m’importa.
Daphne: …e fumo, fumo come un turco…
Osgood: Non m’interessa.
Daphne: Ho un passato burrascoso: per più di tre anni ho vissuto con un sassofonista.
Osgood: Ti perdono.
Daphne: Non potrò mai avere bambini…
Osgood: Ne adotteremo un po’.
Daphne: Ma non capisci proprio niente, Osgood! Sono un uomo!
Osgood: Be’, nessuno è perfetto.
• Zucchero: Aspetta da molto?
Josephine: Non importa quanto si aspetta, ma chi si aspetta.
• Josephine: Vuol dire che suona quella musica moderna, il jazz?
Zucchero: Già, il jazz caldo.
Josephine: Ah be’, a qualcuno piace caldo… personalmente io preferisco il classico.
• Jo: Ciao Jerry, è andato tutto bene?
Jerry: Ho tante cose da dirti.
Jo: Che è successo?
Jerry: Sono fidanzato.
Jo: Congratulazioni. Chi è la fortunata?
Jerry: Io.