Invito al Mosè il raggio verde 2020-21

Tramonto

Riproponiamo alla comunità del Mosè la sezione volta a tenerci compagnia in modo piacevole, con ciò che ci possa aiutare a stare meglio.

Inviate i vostri contributi a a.piantoni@iisbianchi.org

Giovedì 22 aprile 2021

Oggi è la Giornata Mondiale della Terra (Earth Day): è la più grande manifestazione ambientale dedicata al Pianeta e si celebra ogni anno. E'nata nel 1970 per sensibilizzare il mondo all'importanza della conservazione delle risorse naturali della Terra e oggi è diventato il più potente strumento di richiamo alla tutela del Pianeta in tutte le culture e per tutte le generazioni.

Il tema di quest'anno  è Restore Our Earth: cioè ripariamo e riabilitiamo il Pianeta (dai danni già provocati).

L’intento, quindi, non è solo sensibilizzare l’umanità sulla necessità di ridurre l’impatto ambientale attraverso l’utilizzo di processi naturali, l’impiego di tecnologia verde e tecniche innovative, ma anche quello di cercare di rimediare al danno già fatto.

Perché salvare la Terra non è più solo un’opzione, è una necessità.

Contenuto testuale video Earth day

Prof.ssa Maria Lissoni

L'uomo non dovrebbe più compiere azioni che causano danni alla natura, altrimenti le conseguenze saranno devastanti.

Condivido con tutti voi il monito del poeta Giorgio Caproni "Versicoli quasi ecologici":

Non uccidete il mare,

la libellula, il vento.

Non soffocate il lamento

(il canto!) del lamantino.

Il galagone, il pino:

anche di questo è fatto

l’uomo. E chi per profitto vile

fulmina un pesce, un fiume,

non fatelo cavaliere

del lavoro. L’amore

finisce dove finisce l’erba

e l’acqua muore. Dove

sparendo la foresta

e l’aria verde, chi resta

sospira nel sempre più vasto

paese guasto: Come

potrebbe tornare a essere bella,

scomparso l’uomo, la terra.

(dalla raccolta "Res amissa", 1991)

Prof.ssa Marina Tagliaferri

Lunedì 12 aprile 2021

Il Science Web Festival 2021 è un evento che si svolge online dal 12 al 18 Aprile a cui partecipano numerosi divulgatori scientifici da tutta Italia. La manifestazione può essere seguita sui canali social del festival (principalmente Instagram e YouTube) e il programma dettagliato è disponibile sul sito www.sciencewebfestival.it . Da lunedì a domenica, dalle 08.00 alle 22:45 saranno messi online oltre 200 interventi tra "post" scritti, video e dirette su tantissimi argomenti diversi e rivolti a diverse fasce d'età. I contenuti resteranno fruibili anche oltre l'orario indicato sul programma.

Prof. Roberto Virzi

Venerdì 26 marzo 2021

Tra le tue braccia

C’è un posto nel mondo

dove il cuore batte forte,

dove rimani senza fiato,

per quanta emozione provi,

dove il tempo si ferma

e non hai più l’età;

quel posto è tra le tue braccia

in cui non invecchia il cuore,

mentre la mente non smette mai di sognare…

Da lì fuggir non potrò

poiché la fantasia d’incanto

risente il nostro calore e no…

non permetterò mai

ch’io possa rinunciar a chi

d’amor mi sa far volar.

Alda Merini

Paola Ottino mamma di Alessandro Di Bari di 5DL

Giovedì 25 marzo 2021

«Spene», diss’ io, «è uno atten der certo

de la gloria futura, il qual produce

grazia divina e precedente merto. 

Paradiso XXV, vv.67-69

Il nostro Dantedì

"Come Dante e Virgilio, anche noi siamo impegnati in

un lungo e faticoso viaggio "in un luogo d'ogne luce

muto". Per questo, è importante sostenerci tenendo a

mente che prima o poi "la valle d'abisso dolorosa"

terminerà, e che torneremo, insieme, a guardare il cielo".

Prof.ssa Emanuela Bandini

Luogo è là giù da Belzebù remoto

tanto quanto la tomba si distende,

che non per vista, ma per suono è noto129 

d’un ruscelletto che quivi discende

per la buca d’un sasso, ch’elli ha roso,

col corso ch’elli avvolge, e poco pende.132 

Lo duca e io per quel cammino ascoso

intrammo a ritornar nel chiaro mondo;

e sanza cura aver d’alcun riposo,135 

salimmo sù, el primo e io secondo,

tanto ch’i’ vidi de le cose belle

che porta ’l ciel, per un pertugio tondo.138 

E quindi uscimmo a riveder le stelle. 

Inferno XXXIV, 127-139 

Prof.ssa Emanuela Bandini

 

 Intra Sïestri e Chiaveri s’adima

una fiumana bella, e del suo nome

lo titol del mio sangue fa sua cima. 

Un mese e poco più prova’ io come

pesa il gran manto a chi dal fango il guarda,

che piuma sembran tutte l’altre some.

La mia conversïone, omè!, fu tarda;

ma, come fatto fui roman pastore,

così scopersi la vita bugiarda.

Vidi che lì non s’acquetava il core,

né più salir potiesi in quella vita;

per che di questa in me s’accese amore. 

Fino a quel punto misera e partita

da Dio anima fui, del tutto avara;

or, come vedi, qui ne son punita.   

Purgatorio, XIX, 100-114

Ilaria Colombo

Il mio 'piccioletto' contributo dantesco.

Il nostro Poeta ci ricorda che l'uomo è dotato di "libero voler" e responsabile di esso e che come possiamo mal dirigere il nostro agire, possiamo anche e soprattutto dirigerlo al bene.

Buon Dantedì!

A maggior forza e a miglior natura

liberi soggiacete; e quella cria

la mente in voi, che ’l ciel non ha in sua cura. 81

Però, se ’l mondo presente disvia,

in voi è la cagione, in voi si cheggia;

e io te ne sarò or vera spia. 84

Esce di mano a lui che la vagheggia

prima che sia, a guisa di fanciulla

che piangendo e ridendo pargoleggia, 87

l’anima semplicetta che sa nulla,

salvo che, mossa da lieto fattore,

volontier torna a ciò che la trastulla. 90

Di picciol bene in pria sente sapore;

quivi s’inganna, e dietro ad esso corre,

se guida o fren non torce suo amore. 93

"Purgatorio", XVI, 79-94

Prof.ssa Marina Tagliaferri

 

 L’alba vinceva l’ora mattutina

che fuggia innanzi, sì che di lontano

conobbi il tremolar de la marina.

Noi andavam per lo solingo piano

com’om che torna a la perduta strada,

che ’nfino ad essa li pare ire in vano.

Quando noi fummo là ’ve la rugiada

pugna col sole, per essere in parte

dove, ad orezza, poco si dirada,

ambo le mani in su l’erbetta sparte

soavemente ’l mio maestro pose:

ond’io, che fui accorto di sua arte,

porsi ver’ lui le guance lagrimose;

ivi mi fece tutto discoverto

quel color che l’inferno mi nascose.

Venimmo poi in sul lito diserto,

che mai non vide navicar sue acque

omo, che di tornar sia poscia esperto.

Quivi mi cinse sì com’altrui piacque:

oh maraviglia! ché qual elli scelse

l’umile pianta, cotal si rinacque

subitamente là onde l’avelse. 

Purgatorio I, vv 115-136

Prof.ssa Alessandra Farina

 

Lo sguardo nella luce 

Tosto che ne la vista mi percosse

l’alta virtù che già m’avea trafitto

prima ch’io fuor di püerizia fosse,

volsimi a la sinistra col respitto

col quale il fantolin corre a la mamma

quando ha paura o quand'elli è afflitto,

per dicere a Virgilio: ’Men che dramma

di sangue m’è rimaso che non tremi:

conosco i segni de l’antica fiamma’.

Ma Virgilio n’avea lasciati scemi

di sé, Virgilio dolcissimo patre,

Virgilio a cui per mia salute die’ mi;

né quantunque perdeo l’antica matre,

valse a le guance nette di rugiada

che, lagrimando, non tornasser atre. 

Purgatorio, XXX 40 - 54

 

A quella luce cotal si diventa,

che volgersi da lei per altro aspetto

è impossibil che mai si consenta;

però che ’l ben, ch’è del volere obietto,

tutto s’accoglie in lei, e fuor di quella

è defettivo ciò ch’è lì perfetto.

Omai sarà più corta mia favella,

pur a quel ch’io ricordo, che d’un fante

che bagni ancor la lingua a la mammella.

Non perché più ch’un semplice sembiante

fosse nel vivo lume ch’io mirava,

che tal è sempre qual s’era davante;

ma per la vista che s’avvalorava

in me guardando, una sola parvenza,

mutandom’ io, a me si travagliava. 

Purgatorio, XXX 40 - 54

Prof.ssa Anna Mercia- Prof. Attilio Baio

 

Tra Stilnovo e amicizia

a cura del prof. Francesco Battaglia

Direttamente dalla giovinezza del poeta, in quella parentesi magica in cui il tempo sembra fermarsi e tutto è presagio, sogno o leggenda; ci giunge questo sonetto dantesco in onore dei suoi amici, Guido Cavalcanti e Lapo Gianni, figurandosi l’incanto di stare insieme per sempre, veleggiando verso l’infinito su un vascello fatato.

Una poesia per evadere da una realtà scomoda e ingovernabile; versi che celebrano il valore dell’amicizia e la gioia di ritrovarsi. 

Guido, i’ vorrei che tu e Lapo ed io

fossimo presi per incantamento,

e messi in un vasel[1] ch’ad ogni vento

per mare andasse al voler vostro e mio,

sì che fortuna od altro tempo rio[2]

non ci potesse dare impedimento,

anzi, vivendo sempre in un talento[3],

di stare insieme crescesse ’l disio.

E monna Vanna e monna Lagia[4] poi

con quella ch’è sul numer de le trenta[5]

con noi ponesse il buono incantatore:

e quivi ragionar sempre d’amore,

e ciascuna di lor fosse contenta,

sì come i’ credo che saremmo noi.

[1] Vascello

[2] Colpevole, sconveniente

[3] In un unico proposito

[4] Le donne amate da Cavalcanti e Lapo

[5] Una donna misteriosa, potrebbe non essere Beatrice!

...

...

Io fui di Montefeltro, io son Bonconte;

Giovanna o altri non ha di me cura;

per ch’io vo tra costor con bassa fronte".90

E io a lui: "Qual forza o qual ventura

ti travïò sì fuor di Campaldino,

che non si seppe mai tua sepultura?".93

"Oh!", rispuos’elli, "a piè del Casentino

traversa un’acqua c’ ha nome l’Archiano,

che sovra l’Ermo nasce in Apennino.96

Là ’ve ’l vocabol suo diventa vano,

arriva’ io forato ne la gola,

fuggendo a piede e sanguinando il piano.99

Quivi perdei la vista e la parola;

nel nome di Maria fini’, e quivi

caddi, e rimase la mia carne sola.102

Io dirò vero, e tu ’l ridì tra ’ vivi:

l’angel di Dio mi prese, e quel d’inferno

gridava: "O tu del ciel, perché mi privi?105

Tu te ne porti di costui l’etterno

per una lagrimetta che ’l mi toglie;

ma io farò de l’altro altro governo!".108

Ben sai come ne l’aere si raccoglie

quell’umido vapor che in acqua riede,

tosto che sale dove ’l freddo il coglie.111

Giunse quel mal voler che pur mal chiede

con lo ’ntelletto, e mosse il fummo e ’l vento

per la virtù che sua natura diede.114

Indi la valle, come ’l dì fu spento,

da Pratomagno al gran giogo coperse

di nebbia; e ’l ciel di sopra fece intento,117

sì che ’l pregno aere in acqua si converse;

la pioggia cadde, e a’ fossati venne

di lei ciò che la terra non sofferse;120

e come ai rivi grandi si convenne,

ver’ lo fiume real tanto veloce

si ruinò, che nulla la ritenne.123

Lo corpo mio gelato in su la foce

trovò l’Archian rubesto; e quel sospinse

ne l’Arno, e sciolse al mio petto la croce126

ch’i’ fe’ di me quando ’l dolor mi vinse;

voltòmmi per le ripe e per lo fondo,

poi di sua preda mi coperse e cinse".

Pg. V, vv. 88-129

Prof.ssa Elisabetta Sogni

Prof. Vico Piazza

Lunedì 22 marzo 2021

Performance per Alda Merini

Giulia Angiolieri 3AL

Giulia Angiolieri 3AL (foto di Chiara Marigliano)

Facebook e Instagram @spazioaldamerini

https://www.cetecteatro.it @DonatellaMassimilla e @GilbertaCrispino

Ventun donne per dare voce ad una grande poetessa, Alda Merini. Nel giorno del suo

novantesimo compleanno i Navigli deserti hanno ospitato giovani, attrici, artiste ed ex

detenute che,di bianco vestite, hanno prestato le loro voci per recitare novanta titoli di

componimenti di Alda Merini. Tra loro,Giulia Angiolieri,allieva del liceo linguistico Mosè

Bianchi, classe 3^AL.

“É per me stato un onore rappresentare le giovani durante questa performance così

importante per ricordare una grande poetessa e una grande donna di cui, purtroppo, poco si

racconta.

Ho imparato tanto quella mattina, all’alba. Mi sono ritrovata con altre 20 donne, ognuna con

il proprio vissuto. Tutte avevano qualcosa da dire. Bastava guardarle o scambiare con loro

qualche parola, la voce ovattata dalla mascherina bianca, come i vestiti che indossavamo.

Bianco. Come i fogli su cui si sono impressi gli immortali versi di Alda Merini.

Bianco. Come la purezza e la bellezza di cui avremmo tanto bisogno, soprattutto in questi

tempi così difficili.

Questa mia esperienza bellissima ha rappresentato un tuffo nel mondo dei grandi, o meglio

nella vita, quella quotidianità tra gli adulti, lo scambio con gli altri e l’interazione con mondi

tanto vicini quanto lontani. Tutti aspetti che la pandemia ci ha costretti a trascurare per

troppo tempo,quasi al punto di farceli dimenticare.

Ho avuto il piacere di lavorare con la regista Donatella Massimilla, a capo dell’associazione

Cetec, che da trent’anni si occupa delle donne in carcere, intrecciando la ricerca teatrale, gli

spettacoli, l’inclusione e la diffusione di pratiche artistiche rivolte al sociale.

L’obiettivo di questa performance è la rinascita. Far rinascere Alda dal nostro telefono senza

fili, dalle nostre voci. Far rinascere le donne che interpretano i suoi versi, dalla prima

all’ultima. Ricordarla sempre.

Ai ragazzi della mia età piacerebbe dire ciò che anche oggi è stato detto durante la

conferenza: Conosciamo l’artista anche per la sua vita, per l’icona di donna forte ed unica

che era. Conosciamo tutto, non solo quanto più è raccontato.

prof.sse Alessandra Farina e Marina Tagliaferri